Gelida Passione
Date: 12/15/2016,
Categories:
Taboo
Author: giessestory
... dalla frenesia della sua schiavitù, l’uomo di mondo si riprendeva, scacciando “il lupo famelico” nelle parti più recondite del suo Io. Non fece neppure dieci passi... luci accecanti e improvvise lo abbagliarono, costringendolo a portarsi la mano davanti agli occhi. Tatiana, alias, Marta Copenko, uscì allo scoperto comparendo dal nulla, si avvicinò a Cosimo, che guardava per terra smarrito e si fece consegnare una fotocamera speciale, che lei stessa gli aveva procurato il giorno prima. I documenti dell’uomo, gelosamente conservati per poterlo tenere in pugno, erano, misteriosamente spariti dal nascondiglio dove li celava Corrado e, presto, sarebbero tornati nelle mani del vecchio, che li avrebbe fatti sparire per sempre. Il Presidente era sbigottito e incredulo... non capiva. Credeva ancora che la sua “Tatiana” gli stesse facendo uno scherzo di cattivo gusto. Lei, senza degnarlo di uno sguardo, chiamò qualcuno, alzando la voce: - E con questa poveretta siamo a tre, sig. Pretore, adesso abbiamo tutto, foto e registrazioni! Tre anni di sacrifici spesi bene. – Gli altri agenti intervennero, informando Corrado dei suoi diritti, mentre ...
... gli mettevano le manette ai polsi. La poliziotta si sentì improvvisamente libera da un grosso fardello; erano stati anni difficili e pesanti, le era costato molto vivere con quell’uomo. Lei lo conosceva bene, Corrado, mentre lui non sospettava nemmeno della sua esistenza. Lo aveva conosciuto, capito, negli anni... aveva collegato le notizie e i verbali. All’epoca dei fatti aveva solo tre anni, Marta, e non aveva mai conosciuto sua mamma, morta nel darla alla luce. Per Marta, l’unica mamma che poteva portare nel cuore, si chiamava Veronica, sua sorella... la “ritardata”. L’aveva cresciuta con tutto l’amore e le attenzioni di una vera madre... poi Veronica andò in cielo e per Marta si aprì la porta della solitudine e del dolore: un vecchio e tetro Orfanotrofio di provincia. Si voltò verso il Pretore, non sapeva se lui si rendesse conto della sua pena e non aveva nessuna intenzione di confessarsi con quell’estraneo. - Ha una sigaretta? – chiese a bassa voce, poggiandosi sfinita sul cofano di una “volante”. - Ma veramente lei non ha mai fumato... – disse l’altro, comprensivo ma un po’ allarmato. - Lo so... - rispose lei. ©-Giovanna S. 2015